Mi piace da matti osservare le piante, come sa chi gironzola per questo mio blog. Stavolta però sono rimasta proprio conquistata dalla creazione di Luca Bocchi, fioraio romano, figlio d’arte, che nella sua vetrina di Corso Vittorio espone un vivarium di piante epifite coltivate su un tronco di quercia.
La forma contorta del tronco offre piccoli anfratti in cui si annidano con grazia le Tillandsie, originarie del Sud America, orchidee nane rare e pregiate, Billbergie nane: tutte piante, queste, che non hanno bisogno di terra per crescere. Tutto è appoggiato su di uno strato di lava granulare originario del Giappone, su cui sono adagiati cuscinetti di muschio. Lava e muschio in grado di trattenere e poi rilasciare lentamente l’umidità necessaria alla vita delle piante.
Luca mi ha mostrato come si alimenta il vivarium, un ecosistema in miniatura, perfettamente autosufficiente: basta accendere un nebulizzatore collegato alla teca. La nebbia invade il parallelepipedo di vetro lentamente, nascondendo il paesaggio in miniatura. A bocca aperta ammiro la scena e aspetto che la nebbia si diradi adagio, senza lasciare altro che goccioline sulle foglie lucide delle Billbergie, e rivelando, alla fine, i colori delle orchidee ancora più vividi. Luca Bocchi mi dice che questa meraviglia si può realizzare in base alle richieste dei clienti, nelle misure desiderate, incassandola in una struttura fissa, oppure usandola come divisorio in un ambiente.
Sono incantata da questa opera d’arte vivente che si vela e si svela in silenzio e non chiede altra cura che un po’ di nebbia ogni tanto.
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